mercoledì 18 gennaio 2012

Subs Tenére

Quant’è giusto far leva sulle svariate passioni della gente?
Mi vengono in mente le continue pubblicazioni in periodo natalizio dei “best of” o delle “greatest hits” di gruppi musicali sciolti o che abbiano smesso di suonare per la morte di qualche componente.  Potrei citarne a migliaia.
Infatti  proprio qui, alla sinistra del mio monitor ci sono tutti belli e incolonnati : Remasters, Early Days, Latter Days, How the West was won, Mothership, oltre all’intera discografia. E questo solo per i Led Zeppelin.
Paghi ed hai il tuo  feticcio. Te lo guardi, lo accarezzi, lo spolveri: sei contento solo per il fatto di possederlo.
Sia chiaro: per chi è molto coinvolto, si tratta di una occasione unica. Possedere una copia numerata di un vinile/maglia numerata/aliquis, aliquid è una roba che rende felicissimi. Da far perdere la ragione. Se poi col tuo piccolissimo contributo hai dato una mano alla realizzazione della roba in questione, si può andarne veramente fieri. Roba da vantarsene al bar.
Questa volta si tratterà di qualcosa che riguarda il nostro amato giochino.Qui siam quasi certi che l'output sarà sicuramente di alto livello. Abbiam già avuto la possibilità di apprezzare qualche altra cosa della casa produttrice.
In fondo chi non ha mai partecipato ad una raccolta fondi? Chi non ha mai fatto una donazione? (Diamine quanto siete tirchi!)
Però fatemi un piacere, se per caso avete donato il 5 per mille alla chiesa cattolica, su questa pagina, in alto a destra, c’è una bella “x”. Cliccateci sopra con tutta la forza che c'avete nell'indice!

mercoledì 11 gennaio 2012

Coppa Intercontinentale a Fasano

Penso che il concetto sia chiarissimo. 
Però posso aggiungere che le squadre, fornite dallo staff dell'Old Subbuteo Club LiverBrindisi, sono delle KickOff-09 dipinte in stile Kent. Con Giuliani&Angelo non si sbaglia, ragazzi.
Il torneo, però, per esigenze dei 16 partecipanti è stato spostato a domenica prossima 15/01/ 2011.
A Mola si fa un tifo spudorato per Francesco.

Misunderstanding

Non sommate, significa altro...
Se non sbaglio era l’estate del 2002. Ero in Croazia, e dividevo una casetta con Alex, Michele ed altri amici. Durante le dolci notti dall’altra parte dell’Adriatico, si frequentava spesso un baretto in una strada secondaria della piazza principale di Dubrovnik. Avevamo fatto anche conoscenza con il barista, che era davvero simpatico.
La simpatia di un barista è direttamente proporzionale al numero di volte che non ti lascia  pagare. In una scala da 0 a 10, Mario, questo è il nome del barista croato, era simpatico almeno 7.
Una notte, come al solito occupando gli sgabelli intorno al bancone, vedendo i bicchieri tristemente vuoti, ordinai da bere. Tesi la mano verso Mario, mettendo bene in vista il pollice, l’indice e il medio. “Three beers, please”.
Dopo pochi minuti, vedendo che la mia richiesta non era stata neanche vagliata, ripetetti l’ordinazione. Tesi la mano verso Mario, mettendo bene in vista il pollice, l’indice e il medio. “Three beers, please”.
Anziché placare la nostra sete Mario, a quel punto, con la splendida cordialità balcanica, e con quella calma “zen” che lascia presagire lo scoppio di una imminente tempesta, si avvicinò e mi spiegò che se avessi fatto nuovamente quel gesto non avrei mai avuto da bere e sarei stato gentilmente pregato di uscire dal locale. Gentilmente.
Cosa avevo fatto di così grave? Non lo capivo. Avevo solo chiesto tre birre. Mi venne spiegato che in Croazia,  e per di più, in una zona molto vicina alla Bosnia, a pochi anni dalla guerra, tre birre non si sarebbero dovute assolutamente ordinare in quel modo. Usando quelle tre dita. Usando quelle tre dita in quel modo, proprio come avrebbe fatto un serbo che fa il “saluto cetnico”, indicando dio, patria e zar. Robe da nazionalisti nostalgici, che però hanno causato un sacco di morti e tanta sofferenza.
Così come quel lontano giorno dell’estate 2002, anche lo scorso lunedì un mio gesto non è stato capito. O meglio è stato codificato in maniera insolita.
Ero all’ultima partita della serata, ed avevo precedentemente perso le tre partite che avevo disputato.
Di fronte a me c’era Massimo che sistemava le sue miniature in campo. Il suo Torino contro la mia Fiorentina con i pantaloncini neri.
L’unica cosa da fare prima del fischio di inizio era il sorteggio per stabilire chi avesse diritto al calcio di inizio. Quindi prendo la pallina, la nascondo dietro la schiena e poi mostro i due pugni chiusi tenendo le braccia perpendicolari al mio busto.
Il principio alla base di questo sorteggio è indovinare in quale mano si nasconde la pallina.
Se si indovina si ha diritto al calcio di inizio. Sennò lo spetta a  chi ha fatto il sorteggio.
Semplice, giusto? Impossibile sbagliare.
Ebbene, il buon Massimo, il quale doveva solo indovinare in quale mano nascondevo il Tango, incomprensibilmente, con l’indice ben teso alla punta del suo braccio da un metro, punta al mio viso.
Non vi nascondo che sono seguiti un paio di secondi in cui ero incredulo. Panico. Poi Massimo si ravvede e scoppiamo in una grossa risata.
In fondo erano le 23, 30 e avevamo alle spalle già tre partite.