A scanso dì equivoci, mi preme
dire che se non si riesce a vincere contro la Croazia, il problema è nostro e
forse non meritiamo di andare avanti in questo Europeo.
Quel tal Mandzukic o come diavolo
si chiama lui, maledetto figlio di
ustascia, non è di certo un fenomeno, ma non te lo puoi marcare così. Se fosse
capitato a me un episodio simile, durante la partita del sabato pomeriggio tra
amatori (alcuni anche di 60 anni e più, come il prof. Pappadopoli), mi
avrebbero aggredito fisicamente ed mi avrebbero insultato pesantemente dubitando ad alta voce dell’onorabilità delle donne
della mia famiglia. Non si tratta di un
ambiente chiesastro e si tende ad essere parecchio informali. La rissa è
qualcosa che metti in conto una volta che arrivi al campo.
Scommetto che i due attaccanti si
sarebbero presi la briga di farsi 50 metri correndo, bruciandosi l’unico loro
scatto a loro disposizione nei 90 minuti, per dirmi che loro “avanti” si fanno il culo e noi dietro ce ne andiamo a
farfalle. Anzi, a pelose. Suscitando quindi l’ira dei miei compagni di reparto,
ed in particolare di Lello, che dall’alto della sua età avrebbe invitato gli
attaccanti a partecipare alla manovra, visto che i mezzi tecnici a loro diposizione
per segnare non è che fossero paragonabili a quelli dei campioni.
E così negli anni, conditi, tra
una madre meretrice, una sorella di facili costumi, imprecazioni nei confronti degli avi
già sepolti, un chiodo del legno della croce, anatemi e maledizioni fino alla settima generazione , ho scoperto i
giocatori del passato che più sono rimasti impressi nell’immaginario
collettivo.
“Ma passa quella palla, chi cazzo
ti credi di essere, Garrincha per caso?”
“Sei più scarso di Riccardo
Ferri!”
“E tu a me volevi fare quel dribbling?
E’ arrivato Pelè!” (per gli sfortunati non pugliesi , è una variante di chi ti credi di essere)
“Uè Cabrini, vedi di tornare in
difesa, che in avanti sei uno scandalo. Stai dietro che è meglio.”
“ Tu con quella panza non puoi
giocare. Guardati, pari Gascoigne. Non ce la fai a correre. Mettiti in panchina
sennò ti viene un infarto!”
“Fontolino Fontolan.” (La più
pesante, ve lo posso assicurare)
“Ma che cosa vuoi fare, tira in
porta piuttosto, Maradona dei poverelli”.
Tutto ovviamente tradotto in
italiano dal barese stretto. Con le bestemmie. Con belle bestemmie articolate e
fantasiose. Ogni sabato arricchite, ogni sabato diverse. Bellissime, io le
adoro.
Questo succede ai “Caduti di
Superga” di Mola, in provincia di Bari, che sta in Italia, anche se qualcuno a
giusta ragione pensa che sia in Macedonia o Albania, quando fai un errore come
quello di Chiellini.
E’ universalmente noto che “il
lamento rende”, ma non possiamo prendercela con la Spagna e con la Croazia nel
caso in cui, giustamente, si dovessero
accordare per un pareggio.
Possiamo solo rivolgere le nostre
bizantine bestemmie nei confronti di Chiellini.
“Marca stretto l’avversario, brutto nasone, vedi di
stargli proprio appiccicato. Non sei mica Scirea!”
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