In base a quanto dicono i soliti agiografi del calcio è alto
1,95 metri, pesa più di 90 kg.
Eppure in campo, con quel fisico da granatiere, non fa il
centravanti, il puntone, la boa.
No, assolutamente. Niente di tutto questo. Lui gira al largo,
cerca l’assist, il dribbling, il passaggio giusto, l’assist smarcante la
giocata sopraffina. Certo, di gol ne fa, ci mancherebbe. Però scommetto che lui
si senta più un numero 10 piuttosto
che un centrattacco.
Viene dalla Scandinavia, ma non ha un cognome che renda
esattamente l’idea. Ti aspetti un
Andersson, un Eriksson. Al massimo un Allback, suvvia.
No, lui si chiama Zlatan Ibrahimovic.
Così bosniaco (anzi bosgnacco
per la precisione) che se provasse a mettere un piede a Belgrado, ancora
oggi, lo sparerebbero a vista.
Ultimamente nella sua biografia, ci racconta che da piccolo
era povero, che viveva nelle periferie di una grande città, gli stenti, gli
allenamenti nella scuola calcio che lo hanno allontanato troppo presto dalla
sua famiglia e tanti altri stereotipi che vanno a delineare la figura di un
campione arrivato al successo ma con un carattere brusco. Che nel frattempo si
è sposato, a giusta ragione, con una pornostar, o quasi.
Non vorrei mai trovarmi solo con lui in una stanza, però se
qualcuno sostiene che questo signore qui possa essere definito un “cattivo” del
calcio, beh, io mi sento libero di affermare senza paura di essere smentito di
chiamarmi Rosa Luxemburg.
In definitiva ha dato solo due schiaffetti. Vi indignano due
carezze da mammoletta? Allora avete proprio la memoria corta! E sono
profondamente addolorato che le gesta eroiche di tanti randellatori della
storia del Pallone siano cadute nell’oblio.
Ma ve lo ricordate Gentile in marcatura su Zico e su
Maradona? Ogni due minuti li stendeva a terra. “Non c’era niente di gentile in
Claudio” scrisse addirittura il Times. E chi non s’è mai fatto una risata sulle
pigne di Montero? Questo prese a
calci nel culo Totti e poi applaudiva nei confronti dei suoi tifosi che lo
osannavano ugualmente, mentre, tutto fiero, tolti gli scarpini, usciva dal
campo sorridente.
E vogliamo parlare di Pasquale Bruno? Per i più intimi, O’ Animale… Ancora oggi Van Basten
quando sente un rumore in casa, controlla che non si tratti del suo marcatore
diretto.
Roy Keane? Si narra che neanche il suo allenatore, un certo
Sir Alex Ferguson, non osasse contraddirlo. Lo temeva. Tuttora detiene il
record di espulsioni nella singola stagione, ben 13.
Come non citare Vinnie Jones e il suo record dell’espulsione
più veloce : 3 secondi! Le sue malefatte in campo e la sua faccia da duro gli
hanno fatto meritare addirittura una carriera nel mondo del cinema. Rivedetevi “The
Snatch” e rendetevi conto di che parte interpreta!
Un capitolo a parte meriterebbe Andoni Goikoetxea, chiamato
più semplicemente, visto il cognome scioglilingua, il Macellaio di Bilbao. Lui
in campo era così cattivo, che i suoi conterranei terroristi baschi dell’Eta gli chiedevano consulenze su dove
piazzare bombe a Madrid. Come ben ricorderete con un solo tackle riuscì a
rompere la caviglia sinistra, il malleolo e i legamenti al Pibe de Oro, il 24
settembre del 1983 durante Barcelona- Athletic Bilbao. Nel maggio dell’anno
successivo, durante la finale di coppa di Spagna, Maradona cercò
insistentemente (ed invano) di vendicarsi, innescando una tale rissa che
dovette scusarsi personalmente con il re di Spagna, presente alla partita.*
Quindi, Ibrahimovic è solo un dilettante. Le tre giornate di squalifica
per quello schiaffetto ad Aronica non sono giustificate. In confronto a questi
altri è una verginella!
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Vinnie Jones e le sue doti acrobatiche |
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Maradona mentre viene pestato dall'intero Athletic di Bilbao |
*Vorrei includere in questo stucchevole elenco anche Rachid
Neqrouz, tormento della difesa barese che per troppi anni ho visto in campo intento a randellare e
picchiare punte avversarie al San Nicola. Purtroppo per lui non sarà mai ricordato
per la destrezza nel difendere (esordio Bari-Fiorentina: 11 minuti e Batistuta
ha già fatto una tripletta) e neanche per i calcioni e pestoni che rifilava ad
ogni cosa che attraversava il suo campo visivo. Neqrouz sarà ricordato per il
suo dito medio nei glutei di Inzaghi.